Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/346

334 libro iv.

riguarda; ma sopra ogni affetto e consolazione, alla gloria ed all’onore di Dio.


CAPO XVI.


Che noi dobbiamo manifestare a Cristo i nostri bisogni,

e pregarlo della sua grazia.


PAROLE DEL DISCEPOLO.


1. O dolcissimo ed amantissimo Signor mio, il quale io desidero di ricevere adesso divotamente, tu conosci la mia fiacchezza, e la necessità che mi stringe; in quanto gravi mali e peccati io mi giaccia, come io sia assai volte gravato, tentato, smarrito, e bruttato. Io vengo a te per rimedio; io ti prego d’alcun conforto e ristoro. Io parlo a tale che sa il tutto, al quale è aperto ogni secreto del mio cuore, e che solo può darmi compiuta consolazione, ed ajuto. Tu ben sai di quai beni io spezialmente abbisogni, e quanto io sia povero d’ogni virtù.

2. Ecco, io ti sto davanti povero e