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250 libro iii.

faccia dell’arrabbiato avversario: ivi s’ammenda, e si lava tutto ciò di sozzura, che l’uomo contrasse dondechessia.


CAPO LIII.


Che la grazia di Dio non si mescola

col gusto delle cose terrene.


1. Figliuolo, la mia grazia è cosa preziosa, nè patisce di mescolarsi a cose a lei stranie, nè a terrene consolazioni. Ti fa dunque bisogno di gittar via tutto ciò che dà impedimento alla grazia, se vuoi riceverne l’infusione. Procaccia d’alcun ritiro, ama di star con te solo, nè cercar di confabular con persona; ma a Dio piuttosto porgi divote preghiere, per serbarti in compunzione di mente, e in purità di coscienza. Tutto il mondo abbilo per nulla; lo intendere a Dio, anteponlo a tutte le cose esteriori. imperocchè tu non potresti già ad un’ora attendere a me, e nelle cose fuggevoli dilettarti. Fa d’uopo che ti dilunghi dagli amici, e da’ conoscenti, e che tenghi vóta la mente