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E appena seduto nel nuovo seggio, si copierà in un volume la legge data da Dio; e egli la terrà seco, e ne leggerà tutti i giorni di vita sua, per imparar a temere il Signore suo Dio. Nè si levi il suo cuore in superbia sopra i fratelli; nè pieghi a dritta o manca per le divisioni de’ parteggianti, ma sempre cammini coraggioso nel bene, se vuol regnare lungamente egli e i figli suoi nel popolo d’Israello».

Non comanda il Signore agli Ebrei che si piglino un re; che già ne fecero senza per tanto spazio di tempo. Ma, caso che vogliano imitare in questo i popoli da’ quali li aveva con sì mirabili grazie distinti Iddio, dice gli obblighi di cotesto re, il quale insomma non è che il servitore del popolo; e appunto sinch’egli serve al bene del popolo, la sua potestà vien da Dio, e bisogna ubbidirgli1 con affetto di figli, non già con avidità e paura di servi. Vieta Iddio che cotesto re agogni a farsi ricco; o tenga intorno a sè troppa cavalleria (con che s’intende anco la fanteria); ma vuole che viva modestamente, come fratello in mezzo a’ fratelli e sia non come montagna erta e orrida a vedere, e da cui si versino torbi torrenti e rovinosi, ma che abbia piante belle, e acque tranquille e dolce sonanti, e sia di facile salita, e che ripari la sottoposta campagna dall’ira dei venti.



Quand’erano il popolo d’Israello nel deserto di Sin (dove morì e fu sepolta nella solitudine la sorella di Mosè e d’Aronne, Maria), l’acqua venne a mancare; e tutti cominciarono a insorgere contro Aronne e Mosè con rimproveri, dimenticando la servitù ond’erano usciti per opera ammiranda di Dio, il qual poteva fare a pro loro

  1. La potestà è data da Dio per il bene degli uomini, il quale non può essere senza l’ordine. Anco chi abusa talvolta della potestà, dev’essere, per rispetto all’ordine, rispettato, tranne in quelle cose che offendono la legge di Dio.