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10 P. I.  ARTICOLO II.

ftagioni, e per li varj climi, o gradi di latitudine Geografica: qual Tavola io non pongo qui, perchè è fallace a cagione del falfo affunto dell’ Hallejo, che fuppone la forza de raggi obliqui in ragione femplice dei Seni d’incidenza, quando, come s’è veduto, è doppia. Molto più fottilmente ha fatto quefto calcolo il dotto P. Belgrado nella fua Differtazione Del fenfo del caldo e del freddo.

Piuttofto è da levare un’altra difficoltà, che fi prefenta. Poichè fecondo quefti computi il maffimo calore del giorno dovrebbe farfi fentire nel meriggio, quando il Sole è al colmo del fuo cerchio diurno; nella fare poi il dì del Solftizio, effendo allora il Sole proffimo al noftro Zenit. E pure ordinariamente il più gran bollore del giorno fi prova due in tre ore dopo mezzodi; nella ftate dopo la metà di Luglio verfo i primi di Agofto.

Ma anche qui fi deve confiderare oltre. il Sole che rifcalda, la terra che riceve il calore. Il calore non è come l’onda del fiume che fcorre e paffa: fi addenfa, fi accumula nei corpi, e tanto più, quanto fono più denfi, e vi fi mantiene qualche tempo; che vuol dire il calore precedente fi accoppia col confeguente, e perciò il caldo va crefcendo fino ad un dato fegno; non fempre, altrimenti il maggior caldo fi farebbe fentire la fera al tramontare del Sole..

Bisogna diftinguere due parti, o due ferie di gradi nel calore: una che feguita l’andamento delle altezze giornaliere del Sole, e quefta è usa ferie, i cui termini vanno crefcendo fino alla mafima altezza che è nel mezzodì, e poi fcemando fino alla fera con egual paffo. L’altra ferie è dei gradi di calore aggiunto dalle ore precedenti.

Quefta feconda ferie, febbene debba aver un maffimo anche effa, deve però procedere un poco diverfamente; prima perchè comincia qualche ora dopo il nafcer del Sole; attefo che il tenue caldo delle prime ore fi confuma, per così dire, a diſtruggere il freddo della notte precedente:

poi perchè la ragione tra i termini di quefta ferie non farà la fteffa, che quella della prima; e quindi il maffimo termine della feconda non coinciderà nell’ora del naflimo termine dell’altra.

Non deve poi fempre crefcere l’aggiunta; poichè fe i corpi ritengono per qualche tempo il calore, cominciano anche a perderlo; e perchè il Sole muta direzione riſpetto alla loro fuperfizie, e col farfi più obliquo fottragge il calore, e perchè fopravvengono a poco a poco le ombre, le quali privano affatto i corpi di calor nuovo, anzi raffreddandofi l’ambien


te,

    rifulterà xsos, il qual numero aggiunto ai due termini 66: 1. fi averà 574: S09:53:47, ch’è la proporzione di calore dall’Eftate al Verno data, dall’offerva zione. Oppure più brevemente fi faccia, come 65 così 6 ( differenza tra il caldo d’ Eftate e il caldo del Verno): 1. Onde il calor coftante refterà 4610. Il Sig. di Mairan, nella feconda Edizione 1765. ha modificato un poco quefti elementi, con che ottenne la proporzione del caldo d’Eftate a quello d’Inverno, come 16: 1. Diver fa pure fa la proporzione de’ due caldi attuali, fegnati dal Termometro, 32: 31; ma tutto ciò non cambia il fondo di quefti computi.