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8 P. I.  ART. II. DEL CALORE DEL SOLE.

ARTICOLO II.

Dell azione del Sole per via del Lume e del Calore; dei vari gradi di Calore nelle varie fagioni, varie ore del giorno, ec.

1 Chiamai una Caufa Fificado, con cui la caufa opera l’effetto (Wolffo Hiamafi una Caufa Fifica, quando certa è la caufa, certo l’effetto, Fifica Cap. I. ). Caufa Meccanica poi fi dice, quando è chiaro il modo, con cui la cagione produce l’effetto, come nell’Impulfo, e nella Trazione. Gli Aftri, particolarmente il Sole, e la Luna fanno impreffione fopra i corpi fublunari in ambedue quefti modi; che perciò. noi diftingueremo, riferendo alla caufa Fifica l’azione del Lume, e del Calore, comprefi altri effluvj che dagli Aftri poteffero emanare in terra; e alla caufa Meccanica la Gravitazione, fia quefto effetto d’Impulfo, o di Atarazione. E prima parleremo del Calore del Sole, come di caufa, la più generale, e la più feconda nelle mutazioni dell’aria. Prima poi di parlare degli effetti del Calore del Sole, non farà inutile dir una parola della quantità,o mifura del Calor Solare, che tanto varia da una ftagione all’altra, e da un’ora all’altra.

La proporzione del calore che proviene dal Sole in un dato tempo, fopra un dato luogo, dipende da varj principj, o elementi; e prima dalla direzione più, o meno obliqua de’ raggi folari; poichè fi fa dalla Meccanica, che un impulfo imprime tutta la fua forza, quando cade perpendicolare; e che quefta forza è fcemata tanto più, quanto più il colpo cade obliquo. Ma in oltre nell’obliqua incidenza de’ raggi folari v’è un’altra cagione, che ne diminuifce la forza; poichè non fono effi corpi ſemplici, ma come tanti fafcetti di fili paralleli, i quali perciò urtando feguono la legge de’ fluidi; e ne nafce quefto effetto, che pofta una medefima fuperficie obliqua, quefta ne riceve in minor numero di quello che faceffe efpofta a’ medefimi a perpendicolo; in ragione del Seno totale al Seno dell’ angolo d’incidenza; e perciò la diminuzione di forza ne’ raggi per quefte due cagioni, dell’obliquità, e della rarità, crefce in ragion doppia.

In terzo luogo il più lungo tratto d’aria, che la luce deve traverfare,.

quando il Sole è baffo, come in Inverno, intercetta molti raggi, e n’eftingue la forza, il che è cagione che fi può mirare il Sole all’orizzonte fenza che l’occhio ne refti offefo. Il Sig. Bouguer (Mem. Acad. Reg. Parif. 1726.) fa la luce della Luna che tramonta quattrocento volte più debole, che all’altezza di 66 gradi: e febbene faccia la luce del Solftizio d’Inverno due terzi folamente di quella d’Eftate; non ci farà errore nel fupporre fcemato per tal conto il calore de’ raggi d’Inverno della metà di quello d’Eftate.


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