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P. II. AR. XI. DIGRESSIONE SOPRA IL FREDDO. 131

non gelano, se bene il freddo oltrepassi la misura comune del gelo.

Quanto al senso poi, prescindendo anche dallo stato attuale del nostro corpo, da cui questo senso dipende, S’incontra una discordanza dal Termometro ancora maggiore . Spessissimo dopo mezza mattina,, quando. il Sole alto riscalda,e il liquore del Termometro s’è alzato qualche grado, anzi nel mezzodì, sentesi pizzicare la cute con vivo senso. Lo steslo accade al partir dell’Inverno, nello squagliarsi che fa la neve ed il gelo.

All’opposto spesso gela forte senza percepirsi tanto rigore . Si prova un acuto freddo anche in letto, il giorno avanti che voglia nevicare,; e quando fiocca la neve, fi mitiga il senso senza alterazione del Termometro.

Questo costante fenomeno non mi lascierà mai uscir di capo l’opinione, che vi sia qualche cosa di pofirivo whe formi l’acuto del freddo al senso, con una qualche materia frigorifica, sottile, spiritosa, volatile, quanto fi vuole, 0 consista in lamelle gelate, come tanti elementi,, o semenze del gelo, o in nitri, sali, ed altri corpi aculeati acidi, o alcali, che fieno .

Questi vellicando e pungendo!a cute fanno quella molesta sensazione, che fi prova col freddo. E poichè fi sperimenta, che non pungono tanto, quando fi forma il gelo e la neve; e tornano a farsi sentire, quando la neve e if gelo fi scoglie; non credo nè pure affurda l’opinione di que’ Fi»

fici, î quali tengono, che questi corpi glaciali concorrano positivamente a costipare i liquori, come tanti cunei; nè mi sembra’ che sia siato fin ora adequatamente risposto ai forti argomenti,, che it Musschembroek adduce:

per comprovare questa opinione . Alla vellicazione: di certi freddi fi ag»

giunge l’assideramento,. che fi prova nelle dita verso le ore del disgelo, come sono le meridiane, cosa che non accade la mattina nel maggior freddo; e che questo provenga da materia salina più tosto, che da altra specie,, pare che fsi raccolga dalla proprietà: de’ Sali di costipare, e d’indurire .

Si obbietta di recente’, che fatta l’Analifi della Neve dal Sig. Margraf UT Opusc. Chimic. T.II. ) non vi ritrovò nitro . Rispondo, che questo è detto: gratuitamente, mentre il celebre: Autore dichiara d’avervi trovato un Vapore nitroso misto ad alcuni grani di acido di Saf comune;. il che basta;.

poichè non importa, che il nitro sia in masla, nè il sale ( perciò non accresce it peso de’ liquori); anzi deve essere sciolto, come or ora fi vedrà.

Negli atti di Lipsia Sxp)!. Tom. XIV.) è riferita’ una bilancia per pesare il nitro sparso nell’aria; e fi trovò, che il crudo Inverno 1740 proven»

ne da ur eccesso di questi nitrîi. Mescolandosi una buona quantità di Sale del Vesuvio ( ch’è Sale ammoniaco ) con della neve, di cui fi circondi un vaso pieno d’acqua ( che fi geferebbe stando in riposo agitandofi la medesima acqua, acquista un gusto ingrato, acre, sulfureo; ciò che pro+ va, Che le particelle sciolte del Sale e vi sono, e sono assai sottilizzate per passare a traverso dei pori insensibili del vetro. Moltissime altre belle sperienze fimili porta il Sig. Herckenroth nella sua Dissertazione sulla natura del freddo» Lamaniera, Onde naturalmente fi forma il gelo per lame e fili, a maniera dj rete è’ricamo, indica una vegetazione salina; mentre

se folle la sola. partenza del caldo o del fuoco, l’acqua fi dovrebbe piglia .


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