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)( XVI. )(

ti pesci vennero a gala storditi, etc. Se questo fosse stato un globo di fuoco elettrico, sarebbesi dissipato al toccare dell’acqua del fiume; ma avendo scorse molte pertiche sotto acqua, ha l’apparenza di un fuoco greco, o di simile composizione, che arde sotto acqua. Inoltre dei fulmini vengono accesi dalle fiaccole, come tanti, che se ne accendono nelle miniere, e quello riferito dal Zannotti nel volume secondo dell’Accademia di Bologna, che fu provocato da una lucerna calata in un pozzo. Or qual soccorso contro di questa specie di fulmini possono recare i Conduttori metallici?

RISPOSTA.

Confesso, che io non oso assolutamente negare questi fulmini sulfurei, e desidero, che gli Elettricisti cerchino di rilevarne meglio la natura, e porre in chiaro, se possano anche questi riferirsi alla classe degli elettrici. Non mancano già forti indizj di tale affinità ed analogia. Già il celebre P. Beccaria nelle stelle cadenti, nei fuochi fatui, di Sant’Ermo etc. che altro non erano creduti se non che pure meteore ignee, osservò tutte le apparenze dell’elettricità, e che questi globi, che sono come fulmini languidi, non uscivano se non quando l’atmosfera, per la spia de’ Conduttori, si trovava elettrizzata.

Ma si dice: l’esplosioni, le commozioni elettriche sono subitanee, quando questi globi di fuoco si veggono o dalla terra, o dal cielo avanzarsi senza molta rapidità finchè arrivano a scoccare in qualche luogo. Questo non fa veruna difficoltà. Il moto lento nasce dalla resistenza dell’aria, che il fuoco elettrico conglobato in gran massa stenta a dividere, finchè non arrivi vicino a qualche Conduttore adattato, in cui si scarichi. Così lento fu veduto muoversi il globo dalla catena elettrica, che uccise il Professor Richmanno di Pietroburgo; e pure non era lontano, che in circa un piede: era questo globo di color blò, e tale è la tinta delle scintille elettriche. Tale fu il moto ed il colore di quel gran globo di fuoco osservato sul mare dalla Flotta dell’Ammiraglio Chambers li 4. Novembre 1748, il quale con un rumore pari a cento colpi di cannone scoccò nel parocchetto del Montague, e lo squarciò in mille pezzi. Videsi quello glóbo, ch’era grande come una mola da mulino, venir quieto da in circa tre miglia di distanza, sul mare. Era il cielo sereno, il che vuol dire che non trovò vapori umidi al basso dell’atmosfera per iscaricarsi prima d’incontrar i ferri dell’albero del detto vascello. Tale sembra essere stato il globo veduto dal Sig. Marchese Maffei insorgere nella stanza terrena, in cui si trovava a Fosdinovo, e che gli suggerì l’idea di credere che tutti i fulmini vengano da terra. Che poi il globo di Besanzone pretendasi essersi osservato lungo tratto sotto acqua, l’osservazione non mi pare molto sicura. Certo è detto, che nel cadere fece saltar l’acqua a molta altezza: perciò è probabile, che allora appunto scoccasse nell’atto d’immergersi nell’acqua. Che se continuò trascorrendo sotto acqua, già ho accennato, che la violenta vibrazione istessa potea impedirne la dissipazione subita.


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