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44 Apologia de’ Conduttori.

cevano ne’ tempi barbari. Simile sarebbe il sofisma contro de’ Conduttori. Se per li nostri peccati piacesse a Dio di piover fuoco sopra di noi, come sopra qualche antica città, certo i nostri Conduttori non potrebbero difenderci, dice bene il Sig. Franclino; e se non potessero dissipare qualche enorme fulmine, fatalmente diretto contro di un edificio, non fanno essi molto allontanando i fulmini comuni? Tutte le provvidenze umane non oltrepassano questi confini.

Ma, in terzo luogo, gli Emiffarj de’ Conduttori sempre sollevano la copia di fuoco nelle nubi, e talor è probabile che dispergano il fulmine intieramente: molte sperienze ne danno de’ forti indizj. Se con cento macchine si tentasse di caricare una catena elettrica, sol che da essa penda un filetto, un capello di metallo, non si potrà mai caricare, nè concentrare il fluido elettrico in una boccia, o in un quadre. Perchè? perchè scappa tutto per quel tenue capello. Pare adunque, che per quanto fuoco contenga una nuvola, possa questo a poco a poco scaricarsi senza rumore per mezzo di un mediocre Conduttore: perchè basta per impedire quel concentramento, ed ingruppamento di fuoco, che forma il pericolo del fulmine.

Inoltre, in quarto luogo, l’arte degli elettricisti fa operare in modo (vedi P. Berletti Specimina Phyfica) che nelle batterie elettriche caricate quanto un vuole, si trae qual porzione di elettricità, che si vuole, e quanta solamente può portare un filo Conduttore. Perchè non potrà arrivare lo stesso nel fuoco delle nuvole col mezzo degli Emissarj metallici? questo è probabilissimo, e consono a tutte le osservazioni, esperienze, e deduzioni elettriche.

Di fatto, in quinto luogo, si è accennato, ma convien ripeterlo, essersi osservato più volte in Francia, ed in Germania, che mentre si facevano le osservazioni dell’elettricismo atmosferico coi cervi volanti, o in altra guisa, finchè dai fili metallici si cavavano le scintille, durante tutto il tempo dell’esperienza cessavano, o rallentavano i tuoni, ed i lampi (Istor. Elett. T. II. pag. 164. 207. ec.). Si trovò una volta presente all’osservazione il vivente Re di Francia, che vedendo tali fatti ebbe a lodar assai la dottrina del Franklino; e pur erano questi fili piccolissimi: quanto meglio dunque si dovrà scaricare una nuvola moltiplicando le punte, e li fili, che sieso di sufficiente grossezza?


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