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.;. 949 frutto perciò sia io per raccoglierne; Perciocchè una sola ne ha ella posta alla prima, e due alla seconda parte di questo tomo. M’insegna dunque V. P. reverendissima a pag. 4 della parte prima del tomo sesto, ciò ch’io non sapeva, cioè che il concilio di Basilea, dopo il trasporto fattone a Ferrara e poi a Firenze, non fu un vero concilio. E eli io noi sapessi, e che avessi perciò bisogno di esserne da V. P. reverendissima amorevolmente istruito, raccogliesi ad evidenza dal modo con cui io ragiono di quel concilio, singolarmente ove annovero Felice V tra gli antipapi, e ove dico che lo scisma non cessò interamente finchè visse Eugenio IV: parole che mostrano chiaramente ch’io riconosco per vero papa Felice V e il concilio di Basilea dopo la traslazione non come scismatico, ma come vero e canonico. Una lunga nota ha aggiunta V. P. reverendissima alla pag. 349 della parte seconda, ove io parlo di Lorenzo Valla, e si compiace di stendere con eloquente amplificazione ciò ch’io avea con troppa brevità accennato, che degli stessi pontefici ei parla con poco rispetto. Qual onore è il mio avere a parafraste V. P. reverendissima! Di ciò però non si appaga il suo zelo. Io ho affermato che il Valla fu tratto in giudizio innanzi all’Inquisizione, perchè avea negato che ciascheduno Apostolo avesse separatamente composto il suo articolo del Simbolo. Le sembra che sia questo un deridere quei santissimi giudici; e dice che.non perciò solo fu egli accusato, ma anche perchè avea affermato clic %