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93° # vescovo Eterio di avere in Roma cercate sollecitamente le Opere di S. Ireneo da lui richiestegli , ma di non averle potute trovare , e «:he risponde ad Eulogio di Alessandria, il quale aveagli chiesta la Raccolta degli Atti de’ Martiri fatta da Eusebio di Cesarea, ch’ei non sapeva che Eusebio avesse fatta cotal Raccolta , e che di tal argomento, trattone ciò che nelle altre sue opere avea Eusebio inserito, solo qualche picciola cosa trovavasi unita in un sol vo lume; io dico, osservando ciò, ne avea dedotto per conseguenza che mal provvedute di libri fossero allora le biblioteche romane. Ma V. P. reverendissima ingegnosamente mi fa osservare che se que’ vescovi avean chiesti al papa que’ libri, dunque essi credevano che le biblioteche romane - fosser ben provvedute, e con ciò ella ha dimostrato che di fatto n’eran ricchissime, giacchè non può mai accadere che si creda una cosa la qual non sia vera. Mi fa anche riflettere che ben vi erano le altre opere di Eusebio, c che f avere il pontefice sollecitamente cercate le Opere di S. Ireneo ci dà a conoscere che grande era la copia dei libri che eran allora in Roma; pruova, a dir vero, convincentissima; giacchè chi non vede che il cercare sollecitamente non vuol già dire cercare in molti luoghi, o da molte persone, ma che necessariamente significa cercare fra una gran copia di libri? Io innoltre, non ben intendendo il latino, avea creduto, che dove il pontefice S. Martino I scrive al vescovo S. Amando scusandosi, se