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tutte le arti per far comparir Seneca reo della morte d’Agrippina, mentre con tanto calore pende a difendere Cassiodoro accusato forse con maggior fondamento reo d’un simile delitto (i)? È questa la maniera di mostrarsi imparziale nel trattare la causa degli Spagnuoli e degl’Italiani? Di più: può egli negare, a qual segno fosse corrotto il gusto dell’eloquenza prima dei Seneca; come quello della poesia prima di Lucano e Marziale? E perchè dunque, giacchè tanto si vanta d’imparziale, dissimula nondimeno tanti italiani corruttori delf eloquenza prima dei Seneca, e tanti altri corruttori della poesia prima di Lucano e Marziale , e fa comparir questi Spagnuoli come i primi a distogliersi dal buon sentiero? E crede il sig. abate Tirabòschi che potessi io distruggere queste gravissime accuse col recare la critica eli’ egli fa dello stile di Valerio Flacco, di Stazio, di Silio e di Persio? Ci vuol altro, sig. abate stimatissimo, per farlo comparire men prevenuto contro i letterati spagnuoli, e men parziale verso gl’italiani; nè mi persuado che il pubblico voglia crederlo tale, dopo ch’ella in questa sua lettera ha pubblicato tutto ciò che pretende dissimulato da me in suo favore. So io bene che dal sig. abate Tirabòschi vengono dimenticati ancora alcuni Francesi; ma non proverà giammai egli ch’avessero quei (i) Io amo meglio lasciar che i lettori giudichino da loro stessi di questo poco prudente confronto che fa qui 11 sig. abate LampiUas Ira Seneca e Cassiodoro.