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Sr>G Ma con qual fondamento mi accusa egli di avversione al nome spagnuolo? Non son io venuto a contesa cogli scrittori francesi, e singolarmente co’ dotti Manrini, e colf abate Longchanips, assai più spesso che cogli spagnuoli, per rivendicare all1 Italia molti uomini dotti che essi cercato aveano di rapirle? Non ho io mostrato che Plozio Gallo (t. 1, pref.), Cornelio Gallo, Giulio Montano e Senzio Angurino, Germanico , Frontone Cornelio, Giulio Tiziano, il retore Palladio e più altri sono stati senza buona ragione annoverati da’ Francesi tra’ loro scrittori? Perchè adunque attribuirmi uno sfavorevole pregiudizio a riguardo degli Spagnuoli, ove tutta la condotta e la serie della mia Storia chiaramente dimostra eh1 io non ho altro fine che di sostenere la gloria del nome italiano contro coloro, chiunque e di qualunque nazione essi siano, che se ne mostrano invidiosi o nimici? Ma che dirò io del dissimulare che fa il signor abate Lampillas le molte cose ch’io ho scritte in lode di alcuni autori spagnuoli? Io son certo che un saggio ed imparzial giudice si stupirà come abbia egli potuto accusarmi qual dichiarato nimico della letteraria gloria della sua nazione. Io ho ripreso lo stil di Seneca, io l’ho annoverato tra’ più dannosi corrompitori dell1 eloquenza, io l’ho anche descritto come un ipocrita e un impostore. Ma non ho io ancor detto che qualunque fosse (t. 2) l’animo e il costume di Seneca, egli è certo che le Opere, morali che di lui abbiamo, son piene di savissimi ed utilissimi ammaestramenti, e tali in gran