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766 LIBRO e din non possa perciò da ogni altro usarsi. Del Padre Bartoli abbiamo ancora l’Ortografia italiana, stampata la prima volta nel 1670, e poscia più altre volte) e ad essa si possono aggiugnere gli Avvertimenti grammaticali del cardinale Sforza Pallavicino, da lui pubblicati sotto il nome del P. Francesco Rainaldi; picciola operetta, ma utile assai pe’ precetti e per le riflessioni che suggerisce a scrivere esattamente. V. Fra gli scrittori più benemeriti della lingua toscana dee aver luogo il poc’anzi nominato Carlo Dati fiorentino, della cui vita e delle cui opere si hanno copiose notizie nei Fasti consolari dell’Accademia fiorentina (p. 536, ec.) e negli Elogi degl’illustri toscani (t. 3). Oltre il Discorso dell obbligo di ben parlare la propria lingua da lui composto, ei fu il raccoglitore e l’editore delle Prose fiorentine , colle quali si studiò di proporre quegli esemplari di toscana eloquenza che gli parver migliori. E i migliori vi son certamente, ma misti ad altri che forse non erano degni di tanto. Egli innoltre insieme col Redi affaticavasi in ricercare le origini e l’etimologie della lingua toscana 5 e benché egli nulla su ciò pubblicasse, il Menagio però, nell’opera da lui divulgata su questo argomento, confessa di dover molto al Dati. Nè solo in questi più lievi studi, ma ancor nei più gravi fu egli uomo assai dotto. Già abbiamo altrove accennata la LetU’ ra a Filalete sotto il nome di Timauro Anziate, da lui data alla luce in difesa delle scoperte del Torricelli , nella quale ei fa ben vedere quanto valesse nelle scienze