Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/405

secondo 3y3 disrostavasi, crasi avanzato anche più oltre di quell’antico geometra. Il Bullialdo singolarmente ne scrisse al principe Leopoldo con trasporto d’ammirazione, dicendo fra le altre cose: Nullus dubitabit, quin illis duobis libris in eo argumento, quod tractavit, pi uni quarn Apollonius ipse complexus sit, ac prœstiterit (ivi, p. 1 o4)• E il gran duca e gli altri principi della casa de’ Medici, lieti dell’onore acquistato dal lor matematico, versarono a piena mano sopra lui la loro beneficienza: Le relazioni che ne venissero, scrive lo stesso Viviani, (ivi, t. 2, p. 10), non sta bene a me il riferirle; posso, e debbo ben dire che S. A. mi caricò d’un buon peso iT oro, e che il simile fece il serenissimo Cardinal Carlo il vecchio, e di poi ancora il serenissimo principe Leopoldo. E forse fu questo il motivo che determinò il gran Luigi XIV a dare al Viviani una luminosa ripruova dell1 alta stima che di lui aveasi in Francia; perciocchè nel gli assegnò generosamente un’annua pensione di 109) doppie (Magal. Lett. famil. Fir. 17(»9, f. 1, p. 18y nota), e innoltre nel 1699 gli diede luogo nella Reale Accademia delle Scienze, e gli offerse anche l’impiego di suo primario astronomo. Ma il Viviani, che avea già rifiutate le medesime offerte fattegli dal re di Polonia Casimirro, si scusò dall’accettare l’invito del re di Francia; ma , grato al suo benefattore, volle lasciare a’ posteri una durevol memoria de’ beneficii da lui ricevuti. fabbricando una nuova casa in Firenze, cui dal secondo nome del re chiamò Deodata; e facendovi