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SECONDO 233 Galileo, a persuasione aueor del gran duca, credette opportuno il recarsi personalmente a jjellnrtnino, che aveali interrogati se fosser vere (V. Targioni, Aggrandimenti, ec. t. 2, par. 1, p. 18, ec.). Il Galileo medesimo si compiacque dell’approvazioni che i Gesuiti di Roma e quelli ancor di Firenze davano alle sue scoperte: Sono finalmente comparse, jerive egli al Velsero a’ 17 di dicembre del 1610 (ivi) alcune Osservazioni circa i Pianeti Medicei veduti da alcuni Padri Gesuiti scolari del P. Clavio scritte e mandate anco a Venezia. Io gli ho fatti più volte vedere ad alcuni de’ medesimi Padri qui in Firenze , anzi pure a tutti questi che ci sono, et ad altri che ci sono passati, e questi se ne sono serviti in prediche et in Orationi con concetti molto graziosi. Il P. Griemberger gesuita è detto dal Galileo Matematico insigne mio grandissimo amico e padrone (ivi, p. 27). Il Galileo medesimo avea tal concetto del sapere insieme e della lagionevolezza della più parte de’ Gesuiti, che mandando a un prelato una sua lettera apologetica intorno al sistema copernicano, lo prega a darne copie, o a leggerla a’ Gesuiti, come il più presantaneo rimedio che potesse opporre alle persecuzioni contro lui eccitate (ivi , p. 29). il Viviani nella Vita di Galileo tra i più considerati amici di esso nomina i due suddetti PP. Griemberger e Clavio. I PP. Riccioli e Grimaldi rifecero e approvarono le sperienze del Galileo sulla caduta dei gravi. Se un Gesuita in Mantova impugnò in parte l’opinione del Galileo intorno a’ monti lunari, il P. Griemberger ne intraprese l’apologia, e lo stesso fece il P. Biancani, a cui perciò il Galileo si diclino ò infinitamente obbligato (Op. t. 2, p. 40). Se il Padre Scheiner pretese di avere scoperte prima del Galileo le macchie solari , il P. Adamo Tannero e il P. Goulin ne assicurarono al Galileo la gloria, come tra poco vedremo. Se il P. Grassi combattè P opinione del Galileo intorno alle comete, è certo, per comun sentimento dei migliori filosofi, eli’ egli in questa parte filosofò meglio del Galileo, benchè sia a biasimarsi l’asprezza eh" egli tenne scrivendo. Or ci si dica se in