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a3o8 libro Avvertimenti della lingua sopra il Decamerone in due tomi, pubblicati nel 1584 e ,nel 1586, ne’ quali egli assai più ampiamente che non si fosse ancor fatto, spone tutti i precetti necessarj a scrivere correttamente. Fu quest’opera criticata da Vitale Papazzoni bolognese nel suo libro intitolato Ampliazione della lingua volgare stampato nel , il qual diede occasione a contese e ad altri libri tra ’l Papazzoni medesimo e Orlando Pescetti; e anche Pierantonio Corsuto prese ad impugnare il Salviati nel suo Capece, ovvero le Riprensioni, libro pubblicato nel 1592. Egli ebbe ancor parte nell’aspra guerra che l’Accademia della Crusca dichiarò al Tasso; e di lui sono i libri che in quell’occasione vennero a luce sotto il nome dell’Infarinato nel 1585 e nel 1588. Anzi vuolsi da alcuni ch’ei sia l’autore delle Considerazioni pubblicate sotto il nome di Carlo Fioretti da Vernio. E forse avrebbe il Salviati continuato a scrivere su quell’argomento, se la morte non l’avesse rapito in età di soli cinquantanni nel i589 (a). Della vita e di queste opere del Salviati, e di altre che o giacciono inedite, o son perite, più distinta contezza si potrà avere nelle Notizie dell’Accademia fiorentina (p. 216, ec.), ne’ Fasti consolari della medesima (p. 185, ec.) e negli Elogi degl’illustri Toscani (t. 4). Io avrei (a) Non doveasi lacere che il Salviati fu per qualche tempo alla corte di Ferrara, a cui recossi con onorevole provvisione Tanno ir)87. Ma solo dieci mesi vi si trattenne, e tornossene a Firenze, dice il eh. aliale Secassi (Vita di T. Tasso, p. 35q, 3(>2), più povero e puì mal soddisfano che mai, e vi morì puco appresso.