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• TERZO 226l et senio assequuntar, ego in quinta Olympiadis limbo Poeta fuerim laureatus? A uno scrittore sì barbaro conviene ella una sì superba arroganza (*) l XXII. Più gloriosa a Brescia è la memoria di un altro gramatico, nato nel territorio di quella città, cioè di Giovita Rapido, o, come altri scrivono, Ravizza. Belle notizie di lui ci ba date il Cardinal Querini (Spettini. Brix. (*) Contro questo passo della mia Storia, in cui ragiono della vita e delle opere dello Stoa, è stato pubblicato un opuscolo colla data di Sideropoli nel 1779, in cui si cerca di difendere il sig. Nember, e le cose da lui asserite, e da me impugnate, o almen poste in dubbio. Su due punti esso aggirasi singolarmente; cincin primo luogo sulla cattedra dallo Stoa sostenuta in Parigi, e sull’onore che vuolsi che ivi avesse, di esser maestro di Francesco I, e in secondo luogo sul giudizio che delle opere di esso io ho recato. Quanto al primo non veggo che si produca alcuna nuova autorità che possa farmi cambiar parere, e parmi che altro non si faccia che ridire il già detto. Solo veggo citarsi l’autorità del Buleo nella sua Storia dell’Università di Parigi, nella quale si vuole ch’egli affermi esservi stato la Stoa professore e rettore. Io ho cercato nella Storia del Buleo il passo ivi riferito; ma ogni mia diligenza per ritrovarlo è stata inutile. Nè io dico perciò, ch’esso non vi sia, e forse mi sarà fuggito dagli occhi; ma sarebbe stato bene che si citasse il tomo e la pagina in cui quel passo si legge. E innoltre le parole che se ne recano, non c’indicano nè il tempo in cui ivi insegnasse lo Stoa, che è il punto principale della controversia, nè fanno motto della scuola da lui tenuta a Francesco I. Per ciò poi che appartiene al giudizio delle opere dello Stoa, io non sono punto disposto a cambiarlo. Se il mio gusto sia buono , o reo , toccherà agli altri a deciderne. Ma io non dirò mai che mi piaccia ciò che non mi piace.