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TERZO 2225 riprendendolo, come se non avesse ben intese e spiegate alcune voci latine. Un uomo tale non è a stupire se si rendesse odioso a molti, e se vi fosse chi tentasse di avvelenarlo. Ma curatone in tempo, ei visse poscia fino all’età di settantanove anni, e venne a morte nel 1569. Le orazioni e le Lettere formano la principal parte delle opere del Ricci, di cui alcuni altri opuscoli veggonsi nell’indicata edizione, e i tre libri singolarmente De Imitatione, lodati assai in una sua lettera dal Bembo (l. 6 Famil. ep. 38), e ne’ quali di fatto ci dà riflessioni e precetti molto pregevoli, benchè talvolta egli usi di una troppo severa critica, come allor quando ei tutte condanna al fuoco le Poesie d;Ovidio, perché o immodeste, o triviali. Ne abbiamo ancora una commedia in prosa italiana, intitolata Le Balie, che, a parer del Quadrio (t. 5, p. 88), dee annoverarsi tra le belle d’Italia * e alcune Rime se ne hanno ancora in qualche raccolta. Ma l’opera intorno alla quale egli più affaticossi, fu quella a cui diede per titolo Apparatus latinac locutionis, clic è in somma un lessico latino diviso in due parti, nella prima delle quali tratta ampiamente e con ordine alfabetico di tutti i verbi, nella seconda assai più compendiosamente de’ nomi, accennando i verbi con cui essi congiungonsi. Quest’ordine fu forse quello che non permise all’opera l’aver quell’applauso che il Ricci sperava. Egli la fece a sue spese stampare in Venezia nel 1533, ed è piacevole a leggersi una lettera da lui poscia scritta al Flaminio , in cui si duole di averne vendute poche copie, e ne rigetta la colpa sullo