Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/782

19^4 LIBRO LXIX. Benché i pubblici impieghi, i fre«juenti viaggi, le domestiche liti molto al Guacongedossi di nuovo neli588, e in Giustificazion sua che in quell’occasione ei pubblicò, fa conoscere che la partenza non fu questa volta con quella buona soddisfazione del duca, con cui era seguita la prima. Anzi una lettera da Guido Coccapani fattor generale, cioè ministro camerale del duca, e poi castellano di Ferrara, scritta da Ferrara il primo di luglio dell'an 1588 (nel qual giorno medesimo ne’ libri dell’archivio camerale si nota il Guarini levato dal servizio) al segretario Imola, ch’era allora in Modena, mi fa nascer dubbio che il Guarini fuggisse segretamente da Ferrara, sicchè non si sapesse ove si fosse recato: Hieri sera, scriv egli, verso un hora di notte hebbi la lettera che mi scrisse V. S. Illustre, et hora che è le 9 ho mandato a chiamar Ms. Girolamo, et havendo io fatta la minuta de la lettera che ha da scriver al Sig. Cav. la farò fare in presenza mia, et la farò lasciar per inviarla a Firenze, et gli ordinerò, che gliene scriva in diverse parti, e forse che mi risolverò di scrivergliene anch'io, il quale restai stupefatto,quando vidi quella stravaganza, e feci giudizio, che fusse per cadere ne' termini del Tasso. Bacio la mano a V. S. et molto me le raccomando, augurandole ogni felicità in fretta. Erasi egli frattanto trasferito a Torino, ove gli era stato promesso l’impiego di riformator dello Studio e di consigliere di Stato con 600 scudi di annua provvisione. Ma il duca Alfonso sdegnato contro il Guarini adoperossi per modo, che ei non potè conseguire il luogo già a lui promesso, e dopo un breve soggiorno dovette lasciar quella corte, e ritirarsi a Venezia, ove egli il primo di febbraio del 1589) pubblicò la seguente Apologia che, per non essere stampata, non dispiacerà, io spero, il vederla qui riferita: A e le nostre operazioni, humanissimi Lettori, portassero sempre in fronte i fini, et le cagioni, ond' elle sono prodotte, o se coloro che ne favellano fossero tanto bene informati, quanto bastasse a giudicarle dirittamente et senza ingiuria di chi si pat la, non sare’ io astretto in quest età, dopo tant’anni, ch io