Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/765

TERZO ÌQ17 f(iir ajuto degli otri, passa a descrivere leggiadramente il giuoco del pallone, e al fine di esso scherza sul duro impiego che sosteneva Milano: Sed dum stultitiae duci vagor anxius horto, Carceris ad limen tetri importuna precantum Me trabit invitum nubes, ubi plurima circum Foeda ministeria apparent, manicoeque, pedumque Vincula, et imitatis tortor, lachrimaeque, minaeque, Laesorumque novo manantes sanguine virgae, Unde,mea horribili properans exterrita visu Musa fugit, mediumque volans me deserit inter Causidicos, ubi turba cruci me garrula figit. Il Quadrio (l. c. p. 88) ripone tra le più belle commedie che abbia l'Italia Le Balie di Bartolommeo Ricci 5 e io mi stupisco perciò, ch'essa non sia stata inserita tra le opere di questo illustre scrittore stampate in Padova nel 174$- Fra tutti però gli scrittori di commedie in prosa si suol dare comunemente la preferenza a Giambattista Gelli fiorentino, uomo dibassa nascita e di profession calzaiuolo, ma di piacevole ingegno, per cui si rendette illustre in Firenze, e fu uno de’ principali ornamenti di quella accademia. Le molte lezioni in essa da lui recitate, le traduzioni di diverse opere dal latino, più altri libri da lui divolgati, e singolarmente le due commedie, una intitolata La Sporta, l’altra L'Errore, il fecero avere in conto di un de’ più colti scrittori di quell’ età, e di lui e dell' opere or accennate, e di più altre ancora si ha un’ esatta relazione nelle Notizie dell'Accademia fiorentina (p. 51, ec.), e qualche altra circostanza se ne ha ne' Fasti consolari della medesima (p. 74, ec.).