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TERZO 185I pietà, e implorando la sua liberazione. Egli sospettò ancora di esser tenuto prigione per delitto appostogli d’empietà e d'eresia, e ne è pruova un Memoriale da lui diretto alla Congregazione del Santo Ufficio in Roma, il cui originale è presso monsignor Passionei, e una copia di mano di monsignor Fontanini presso l’erudito sig. D. Giambattista Schioppalalba sacerdote veneziano j e io pure ne ho copia pelgentilezza del più volte lodato sig. D. Jacopo Morelli. Muove pietà il leggerlo: così si vede turbata la fantasia dell’ infelice poeta. Ei crede di aver dette alcune parole assai scandalose, le quali poteano porre alcun dubbio di sua fede. Dice di essere perciò stato citato, e assoluto piuttosto come peccante di umor malinconico, che come sospetto d eresia: si duole che l’ Inquisitore non volle spedir la sua causa, acciocchè il Signor Duca di Ferrara suo Signore non si accorgesse delle persecuzioni patite dal supplicante nel suo stato; che perciò il Duca l'avea fatto ristringere come peccante di umor malinconico, e fatto purgare contro sua voglia, nella qual purga temendo egli di esser avvelenato y chiede perciò, che la Congregazione gli ottenga di poter Venire a Roma a trattar la sua causa (a). Forse non v’era ombra di tali accuse, che altro fondamento non avea no clic la sconvolta immaginazione del Tasso. Frattanto la turbazione dell’ animo sconcertando ancora gli umori, ei trovossi in istato assai deplorabile di («) 11 sig. abate Serassi a<.«egna questo Memoriale al tempo del primo arresto del Tasso.