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i8i8 libro col parere ancor degli amici nelle diverse edizioni che se ne fecero negli anni seguenti, ne fece poi Pultima lui vivente in quarantasei canti, stampata parimente in Ferrara nell*unno an:1532. Del poco favorevole incontro con cui dicesi che accolto vedesse il suo poema dal cardinal Ippolito, della disgrazia ch egli ne incorse per non aver voluto seguirlo nel viaggio d Ungheria, del compenso che alla sua sventura trovò nella protezione del duca Alfonso, abbiam già parlato abbastanza nella prima parte di questo tomo (p. 41, ec.), perchè dobbiam qui ripetere il già detto. È certo però, che l'Ariosto non ebbe nè quella tranquillità di vita che a coltivare con più agio i suoi studi sarebbe stata opportuna, nè quella lieta sorte che poteva da essi sperare. Per molti anni dovette sostenere molestie e dispendiose liti colla ducal Camera, delle quali parlano oscuramente gli scrittori della Vita ma alcune Memorie cortesemente trasmessemi dal sig. dott Antonio Frizzi, custode del pubblico archivio di Ferrara, ci mostrano (a) ch’esse furono per la pingue tenuta detta delle Arioste nella villa ili Ludo\'ìciun Ariosluni cani sa Li rio se n forum ~ idest tib.xxt quo libtt mense, ri curri impensa prò virtù trinai prruinarum et (inorimi equorwn. Bonaventura Pistopliilius Due. Caliceli. 23 Aprii. 1518. (a) Le Memorie della famiglia Ariosti con somma esattezza compilate dal sig. dott Frizzi hanno poi veduta la pubblica luce nella Raccolta ferrarese d’Opuscoli (t. 3, p. 80, ec.), e in esse si potrà vedere assai bene svolto e provato singolarmente ciò che appartiene al matrimonio di M. Lodovico.