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1 l683 LIBRO tacer d’altre ragioni, se l essere egli autore di quelle rime rendevalo a parere de pontefici indegno di quell’ onore, pareva che dovesse renderlo ancora indegno della dignità di arcivescovo e di nuncio apostolico. IX. Poche città ebbe l'Italia, in cui la volgar poesia venisse con tanto ardor coltivata da’ più illustri patrizii, come in Venezia. Due fra essi sono singolarmente famosi, Bernardo Cappello e Domenico Veniero, amendue celebri ugualmente pel lor valore nel poetare, che per le sinistre sventure a cui furon soggetti, e amendue già noti al mondo per la Vita che di essi ha scritta coll’usata sua esattezza il eli. signor abate Serassi all’occasione delle nuove edizioni delle lor Rime, fatte in Bergamo nel 1751 e nel 1753. Il Cappello, nato in Venezia da Francesco e da Maria Sanuta circa il principio del secolo, ebbe la sorte di stringersi in amicizia fino da’ primi anni col Bembo, mentre questi vivea in Padova, e di averlo quasi a maestro nella volgar poesia; e il maestro prese poscia in sì grande stima il discepolo, che a lui mandava le sue rime, perchè sinceramente ne giudicasse. Menti e ei veniva felicemente avanzandosi ne’ buoni studi, qualche massima da lui sostenuta in senato, che parve dannosa alla pubblica tranquillità, il fece rilegare a perpetuo esilio in Arbe, isola della Schiavonia, a’ 14 di marzo del 1540. Dopo essere ivi stato per due anni, citato a render ragione della sua condotta, stimò più sicuro consiglio di rifugiarsi colla moglie Paola Garzoni e co’ figli nello Stato ecclesiastico, ove amorevolmente accolto