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11 4 2 LIBRO da lui raccolta in sua casa (l. 1, c. 5, n. 17 di cui egli diede la cura a Pompeo Ugoni, uomo assai erudito, e di cui si hanno alle stampe molte orazioni ed altre opere (V. Erythr. l. c. pars 1, p. i(>3). A questa lodevole magnificenza egli congiunse un non ugualmente lodevole fasto, da cui però, come narrasi dall’Eritreo, dopo alcuni anni più saggiamente si astenne. Anche essendo cardinale non trascurò gli studii dell’eloquenza, e nel i5()9 recitò in Roma l’orazion funebre del re Filippo II, ch è stampata. Ma il Diritto canonico era lo studio di cui egli più compiacevasi. Ei ne diè saggio impugnando la dissertazione sulla Monarchia di Sicilia del Cardinal Baronio, e sostenendo i diritti del re Cattolico; e il Baronio credè necessario il rispondergli con una lunga apologia, che insieme colla impugnazion del Colonna suol andare unita nell edizioni della detta dissertazione. L’essersi il Cardinal Ascanio dichiarato sì apertamente in favore del re Cattolico contro il pontefice, fu cagione che in Roma ei non avesse più quell’onorevol corteggio ch era solito avere. Perciò accettò volentieri l’offerta del re che il nominò vicerè di Catalogna, e colà recatosi, sostenne per tre anni quella cospicua dignità con sommo applauso. Tornato poscia a Roma, per toglier forse quella sinistra opinione che di lui si era ivi presa pel suo scritto contro il Baronio, in occasione dell’interdetto di Venezia, scrisse un lungo voto pieno di allegazioni canoniche in favor del pontefice, che fu stampato in Roma nel 1606. Due anni soli a ciò sopravvisse, e lasciò di vivere nella stessa città nel 1608.