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) SECONDO I |n3 ma come medico. Ma ch' ei fosse giureconsulto, è certo dal distico di Matteo Gribaldi in lode di esso, inserito tra gli Elogi da esso fatti a’ celebri professori di legge: Quid raptum! defles Galliaulam aetate virenti? Invida mors claris non nocet ingeniis. Catal!. Interpret. Jur. civ. Giannangelo Papio salernitano, dopo essere stato lettore in Bologna, poscia richiamato a Salerno dal suo principe, come abbiam detto nel parlar delle pubbliche scuole, e indi per qualche tempo in Roma, passò nel 1553 ad occupar la cattedra in Avignone, e Annibal Caro, che in Roma aveagli dato ad istruir nelle leggi Giambattista suo nipote, volle che questi colà il seguisse (Caro, Lett. t. 2, let 28, 60). Lo stesso Annibale avendo udito nel 1560 che i Bolognesi chiedevano un professore di legge, propose a tal fine il Papio, ch era ancora in Avignone, a Giovanni Aldrovandi (ivi, lett 141), e tra le altre lodi, con cui lo esalta, al bisogno del vostro studio, dice, non credo possiate trovar meglio, essendo dottissimo, esercitatissimo, eloquentissimo e di tanta grazia e maestà in una cattedra, che solo, che s' udisse, non ci accaderebbe altra intercessione. Non so, se ciò avvenisse {a), ma 1111’ altra lettera del Caro scritta da (a) 11 Pupio venne veramente a Bologna, e nel 1562 indusse il governatore monsig Cesi a far ven re a quella università di Padova Torquato Tasso allor giovinetto, il quale di fatto vi si truslerì (Sera*.a, Cita di T. Tasso, p. 108).