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> unno non pochi falli. Eliseo Conosciuti ferrarese, il quale l’anno 1509 pubblicò la prima volta il Mambriano del Cieco, nella lettera dedicatoria al card Ippolito da Este, lo prega che sotto il suo auspizio Mambriano del servitore suo venga impresso, e per sua solita benignitade non neghi alla memoria d esso Francesco quel favore, da che vivendo lui quelle tante volte gli fu liberalissima. Le quali espressioni a me sembra che non possano convenire nè a un uomo che fosse quasi sempre vissuto fuor de dominj de’ duchi di Ferrara, nè a un uomo che fosse vissuto e morto assai povero. È falso ancora, ch’ ei morisse circa il 1490 perciocchè, come osserva Apostolo Zeno (Note al Fontan. t. 1, p. 259), egli scriveva il suo poema al tempo della venuta di Carlo VIII in Italia, cioè nel 1495 Il Borsetti poi osservando che il Conosciuti nella lettera sopraccitata chiama il Cieco suo parente, ne trae come probabile conseguenza (Hist Gymn. ferr. t. 2, p. 341) ch’ei fosse della stessa famiglia 5 il qual argomento però ognun vede che non è di gran forza. Checchè sia di ciò, il Mambriano, nome di un re dell’Asia a’ tempi di Carlo Magno, poema da lui composto e diviso in xlv canti, può stare al paro cogli altri due da noi or mentovati perciocchè lo stile, a parere ancora di Apostolo Zeno, non è punto inferiore a quel del Boiardo, e l’invenzion ancora e la disposizion della favola non è affatto spregevole. Ma esso, benchè fosse allora lodato da molti (Barotti, Difesa degli Scritt ferrar, par. 2, cens. 3), non ha avuta la sorte di