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TERZO - 1 443 stampalo in quell’ anno medesimo. Del Panteo uomo assai dotto in diverse materie, e versato anche nel greco, parla il march Maffei (Ver. illustr. par. 2, p. 210), a cui deesi aggiugnere ciò che ne ha scritto il P. degli Agostini (Scritt. venez. t 1, p. 243), il quale descrive un codice di Poesie latine del Panteo non conosciuto dal suddetto scrittore. Anche l’ Accademia romana si attribuì il privilegio di conferire la corona d’ alloro, come vedremo nel ragionare di Publio Fausto Andrelini, ove diremo dei professori di belle lettere. In Roma pure ebbe il medesimo onore Giammichele Pingonio, come raccogliesi da un codice della real biblioteca di Torino (Cat. MSS. Bibl. reg. Taurin. t 2, p. 112), ove si contiene un poema da lui composto per le nozze da Filiberto duca di Savoja celebrate P anno i5oi con Margarita d’Austria. Al fine del qual codice si aggiungono alcune notizie intorno a questo poeta, cioè ch’egli era nato in Cambery nel 14^ 1; che visse lungo tempo in Roma caro a molti pontefici e ad altri ragguardevoli personaggi; che ottenne ivi la laurea e la romana cittadinanza, e che ivi morì nel i5o5 (*). In questa biblio(*) Nel codice della biblioteca dell’ università di Torino non è certamente corso errore nel nome del poeta Giammichele Pingone, perchè cos'i chiamossi ei veramente, e fu di lui pronipote il celebre storico Emanuel Filiberto. Quindi, se non è corso errore nel nome di quel Giammichele Nagonio, di cui si hanno le Poesie in questa biblioteca Estense, convien dire che fossero due personaggi diversi. Nel codice torinese, oltre il Panegirico accennato, ch è diviso in cinque libri, i primi tre de’