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XVIII. Si accennano molti altri pueii. 1384 LIBRO latino più di mille volumi greci: Taceo mille et amplius Graecos codices, quos ad communem studentium usum Latinos fieri mandavit. E perciò possiamo giustamente inferirne che Ercole I, se non sapea di latino quanto un Poliziano o un Pontano, tanto almen ne intendeva, quanto era bastante a conoscere il valor di coloro che verseggiavano o scrivevano in quella lingua. XV11I. Or ritornando ai’ poeti, molti altri ne annovera nel suo dialogo il Giraldi (l. c. p. 531, ec.), de’ quali parla con lode, e de’ quali nondimeno poco o nulla è fino a noi pervenuto. Qualche fama, secondo questo scrittore, ottenne Pietro da Monopoli poeta e orator non oscuro, che fu professore in Roma ne’ primi anni di Pomponio Leto, il quale ancora gli fu per qualche tempo scolaro. Cinzio da Ceneda fu scrittor di elegie, nelle quali si ammira una singolare facilità, ma manca del tutto l’energia e la forza. Francesco Ottavio, detto ancora Cleofilo, natio di Fano, visse lungo tempo in Ferrara, indi in Roma. Tre libri in verso eroico intorno alla guerra di Fano ne furono pubblicati in Roma nell’anno i4ì)°j nel qual anno l’autore morì in Civitavecchia. Le Poesie amatorie ne furono pubblicate l’an 1610 in Francfort dal Goldasto sotto nome di Bernardo Cillenio, e poi rendute al lor vero autore nella Raccolta de’ poeti latini Delic. Poet. ital. t. 2, p. 136). Il Giraldi afferma che si leggono con piacere, e nomina ancora un altro poema da lui composto e intitolato dnthropntJic.omachia, il quale non so se sia uscito alla luce. Di lui veggasi ancora il Fabricio (Bibl.