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SECONDO. 6o5 ja noi mentovate a Fernando Martinez canonico di Lisbona e a Cristoforo Colombo, e nella carta da navigare che ad esse congiunse; colle quali non pochi lumi ei diede pel felice successo de’ viaggi tentati allora da’ Portoghesi e dal Colombo. Queste sono state ristampate, e con belle annotazioni illustrate dal sopraccitato abate Ximenes (l. cit. p. 81 , ec.). Morì Paolo a’ 15 di maggio del 1482, come abbiamo negli Annali di Bartolommeo Fonti pubblicati dal Lami nel Catalogo della Riccardiana, ove a quell1 anno ne forma questo breve ma onorevole elogio: Paulus Tuscanellus Medicus et insignis Philosophus magnum exemplar virtutis annum agens quintum et octogesimum Idibus Majis Florentiae in patrio solo moritur. Ma di un uomo sì dotto non ci è rimasta, oltre le lettere or mentovate, opera di sorta alcuna; nè veggo che se ne accenni cosa la qual conservisi pur manoscritta. Prima però di passar oltre, mi conviene far riflessione sulla maniera con cui parla di questo gnomone il Montucla: Ella è cosa , dice egli (Ili st. des Mathem. t. 2, p. 495), da farne le maraviglie, il vedere che questo bel monumento sia stato come sconosciuto e negletto nella patria de’ Galilei e de’ Viviani. M. de la Condamine passando per Firenze l’anno 1755 lo scoprì in certo modo, e ne sollecitò il ristoramento. Così una volta Cicerone trovandosi in Siracusa scoprì il sepolcro d’Archimede , che i suoi ingrati concittadini aveano dimenticato, lasciandolo ingombrare da bronchi e da spine. Il P. Leonardo Ximenes della