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28 LIBRO della Gramatica greca di Costantino Lascari. indirizzati a Ippolita figlia di Francesco da lui fatta istruire dal medesimo Lascari nella lingua greca, fa grandi elogi della magnificenza di questo principe nel fomentare gli studj, dicendo che per opera di esso non facea più d uopo di andarsene in Grecia ad apprendere quel linguaggio; ch’egli eccitava con ricompense e con premj a coltivare le scienze d’ogni maniera; che grande era il numero dei poeti e de’ retori da lui condotti a Milano; e che in somma poteasi dir giustamente eli’ ei vi avesse fatta risorgere l’età dell’oro (Saxius, Hist Typogr. mediol. p. 38).

IV. Questa munificenza, con cui Francesco • promosse ed avvivò i buoni studj, è probabile che avesse origine non solo dall’animo generoso di cui era dotato, ma da’ consigli ancora di un suo fido e saggio ministro, cioè di Cicco, ossia Francesco, Simonetta. Questi nato in Calabria, e postosi presto al servigio dello Sforza, gli divenne caro oltre modo, talchè egli era l’arbitro di tutti gli affari. A me non appartiene il descrivere la prudente condotta da lui tenuta e a’ tempi del duca Francesco, e a que’ di Galeazzo Maria che a lui dovette il conservare fra tanti torbidi, come meglio poteva, la sovrana sua autorità. Io debbo solo cercare di ciò eli’ egli operò a vantaggio delle lettere e delle arti. Le molte lettere che a lui scrisse Francesco Filelfo, e che abbiamo alle stampe, basterebbero a dimostrarci quanto splendido protettor de’ dotti egli fosse. In una singolarmente ei rammenta i beneficj moltissimi che