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3)j unno queste chiese poco potè ei compartire della pastoral sua sollecitudine, occupato sovente da Giangaleazzo in impieghi e in ambasciate che altrove ne’ richiedevano la presenza. Fra le altre cose, ei fu da lui inviato all1 imperador Venceslao per averne il titolo di duca, e il Filargo ottenne al medesimo tempo a Giangaleazzo l’onor che bramava, e a sè e a’ suoi successori nel vescovado di Novara il titolo di Principe dell' Impero, di che è stato pubblicato f imperiai diploma da’ monsignor Bascapè (Novaria sacra in Petr. Philarg.). Intervenne ei medesimo alla solenne pompa con cui il Visconti prese il possesso del nuovo onore, e recitò un' orazione in lode di esso, che conservasi manoscritta nella biblioteca Ambrosiana. Dal proemio alle Lettere di Uberto Decembrio , indirizzato a Coluccio Salutato, e citato dal Cotta, raccogliesi eh1 ei fu ancora mandato, non si sa in qual anno, dal! medesimo Giangaleazzo suo ambasciadore a’ Fiorentini. Anzi Matteo Ronto aggiugne che fu da lui destinato a reggere in suo nome la città di Siena. L’anno i.|o2, promosso all arcivescovado di Milano, fu dal duca medesimo, che morì alla fine di detto anno, nominato tutore de’ suoi due figli eh' ei lasciava in età immatura, e adoperossi con somma prudenza a sostenere in que’ torbidi tempi la loro autorità; al qual fine andossene ancora a Roma per placar l’animo del pontefice Bonifacio IX , sdegnato contro i Visconti. Ma in ciò non gli venne fatto di ottenere quanto bramava. Innocenzo VII, succeduto a Bonifacio IX, sollevò il Filargo l’anno 1404 all’onore della sacra