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PRIMO 285 pure cel mostra nei primi giorni del 14^9 l1 ultima delle sue lettere aggiunte all1 Itinerario. Da Ancona ei passò di nuovo a Firenze, ove certamente trovavasi verso la fine del 1439 e nell’anno 1441 * Perciocché in una lettera da lui scritta da Firenze a Francesco Sforza a’ 22 di novembre del 1441? che leggesi nel codice trivigiano (p. 129), dice che due anni addietro, essendo in quella città, avea udita la nuova della liberazion di Verona dall’armi del Piccinino per opera dello stesso Francesco avvenuta: Dum haec in florentissima Latinorum urbe mi/ti mora ri versarive contigerat.... laeto percepimus animo, Veronam ab hostili exercitu Pie miniano per triduum fortiter occupatam, celerrime tua inexplicanda virtù te libatati pristinaeque Venerum ditioni restitutam esse. Il qual fatto accadde appunto nel 1439 (Murat Ann. di Ital. ad h. a.). Soggiugne poscia, che di fresco avuta erasi la notizia della pace d’Italia , da lui pubblicata in Cremona, e questa pubblicazione seguì in fatti nel detto anno 1441 Or io congetturo che in tutto questo frattempo Ciriaco per lo più si trattenesse in Firenze. Non abbiamo in fatti indicio di verun viaggio che da lui in questi anni s’intraprendesse; e troviamo inoltre che i Fiorentini molto si adoperassero in encomiarlo j e ne son pruova parecchi loro epigrammi, altri dallo stesso Ciriaco pubblicati nella introduzione al suo Itinerario, altri o dati in luce, o accennati dal1’abate Mehus (praef. ad Vit. Ambr. camald. p. 17, 27, 53, 68), altri che si leggono nel codice trivigiano. Ed uno tra essi è degno di