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PRIMO 253 tori dovean dapprima esaminare i diversi , codici , che si eran potuti raccogliere, dell1 opera che dovea stamparsi, confrontarli tra loro, accertare qual fosse la miglior lezione, e procurare che a’ migliori codici fosse corrispondente la stampa. Nel qual lavoro di confrontare gli uni cogli altri codici degli antichi scrittori, esercitossi.singolarmente Angiolo Poliziano, come ci fan fede non pochi che ancora se ne conservano , ch’ei postillò di sua mano, dei quali lungamente ed eruditamente ragiona il ch. signor canonico Bandini (Ragion, sopra le Collaz. delle Pandette p. 43, 72).

XXXV. Fra gli stampatori italiani di questo secolo, alcuni furono non solo artefici industriosi e diligenti, ma uomini colti ancora, e capaci a giudicare per lor medesimi del merito di que’ libri che pubblicavano co’ loro torchi. Tal fu Alessandro Minuziano natìo della Puglia e stampatore in Milano, di cui ci riserbiamo a parlare nel tomo seguente', e tale sopra ogni altro fu Aldo Manuzio il vecchio, a cui non so se più debba l’arte della stampa, che egli perfezionò , o la letteratura , che da lui fu felicemente illustrata. Oltre ciò che di noi ci raccontano gli scrittori della storia liponel 14«o, si fa menzione della diligenza con cui Franciscu Rholandellus Trivisanus e rasi intorno a* medesimi affaticato. Il Bologni ancoru vcdesi nominato nelle edizioni fatte in Trevigi de’ Comentarii di Cesare nel 14H0, di Terenzio nell’anno 14?7» della Storia naturale di l’iinio nel 14“0; e nello stesso anno dclfAmcto del Boccaccio, e nel 14^o della Preparazione di Eusebio.