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U’iG LIBRO

XXIV. Co’ sovrani e co’ principi fin qui mentovati gareggiò nel raccoglier libri d’ogni maniera, e nel lusso ancora de’ loro ornamenti, un privato ecclesiastico, cioè Guarnerio d’Artegna vicario del patriarca d1 Aquilcia e piovano di S. Daniello nel Friuli. Il Cardinal Querini prima d’ogni altro ha rinnovata la memoria quasi del tutto estinta di quest’uomo sì benemerito della letteratura (Diatriba ad Epist. Fr. Barb. p. 408 et praef. ad ca’ sd, Epiàt.)) poscia più ampiamente e più esattamente ne ha ragionato il ch. sig. Giangiuseppe Liruti (De’ Letterati del Friuli, t. i j p. 343), da cui trarremo qui compendiosamente le più importanti notizie. Guarnerio discendeva dagli antichi signori di Artegna, castello ora distrutto del Friuli vicino all’Alpi. Dopo gli studj elementari, mandato a Padova, vi ottenne la laurea, ed arrolossi tra ’l clero. Come però nel suo testamento, citato da’ suddetti scrittori, egli nomina Pasqua sua figlia, convien dire che dapprima menasse moglie, e mortagli questa fra breve, prendesse gli ordini sacri. L’anno 1445 essendo egli già canonico d’Aquileia, fu eletto a vicario sostituto di questo patriarcato, la qual carica gli venne poscia qualche anno dopo conferita direttamente e immediatamente. L’anno 1446 abbandonato il canonicato d’Aquileja, passò ad essere piovano di S. Daniello, ove poscia ritirossi a vivere l’anno 1455, deposta la carica di vicario, e ritenendo solo un canonicato che aveva in Udine. L’impiego di general vicario, per più anni da lui sostenuto, non gli avea permesso di rivolgersi agli studj con quel fervore a cui sentiasi