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XX. Mentre queste biblioteche andavano per la magnificenza de’ principi o formandosi nuovamente , o aumentandosi di giorno in giorno, la generosità di uno straniero ne aprì tutto in un tempo un’altra non inferiore ad alcuna in Venezia. Avea il Petrarca, come si è detto altrove, formato il disegno di aprir co’ suoi libri in Venezia una pubblica biblioteca , e di essa avea perciò fatto già dono al senato. Ma qualunque ragion se ne fosse, la cosa non ebbe effetto che in assai picciola parte, e pochi de’ codici del Petrarca rimasero alla repubblica. Ma in questo secolo il Cardinal Bessarione eseguì con più felice successo ciò che il Petrarca avea ideato. Il soggiorno da lui fatto per qualche tempo in Venezia , gli onori ricevuti dalla repubblica (da cui, fra le altre cose, era stato aggregato al numero dei patrizj), gli uomini dotti che in gran numero fiorivano allora in quella città, e l’amicizia da lui stretta con molti di essi, e singolarmente con Paolo Morosini ambasciadore della repubblica di Roma, finalmente l’approdar che facevano molti Greci a Venezia, lo determinarono a fare dono a questa repubblica di tutti i suoi libri, ne’ quali, secondo il Platina (Panegyr. in Bessar.), avea egli speso 30000 scudi d’oro. Ne scrisse egli adunque l’anno 1468 al doge e al senato, offrendo alla basilica di S. Marco la sua biblioteca; e la repubblica gli mostrò con sua lettera la riconoscenza che gliene professava. Amendue questi monumenti si posson leggere nell’erudita dissertazione della pubblica libreria di S. Marco del sig. D. Jacopo Morelli (c. 2) , il quale