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l5o LIBRO gran pensiero , e clic perciò fra non molto esse venissero meno (a).

XIX. In tal maniera andavasi vie più aumentando in Italia il numero e la fama delle pubbliche scuole, e vie più agevolavasi con tal mezzo il cammino all’erudizione e alla dottrina. La gara, e, diciamo ancora, talvolta l’odio degli uni contro degli altri, serviva di forte stimolo a’ professori, perchè non paghi di raccogliere la mercede alle lor fatiche dovuta, non perdonassero a fatica per acquistarsi nome d uomini dotti, per avere gran numero di scolari, e per istruirli in modo, che col loro sapere accrescessero nuovo onore a’ loro maestri. Se da ciò ne vennero aspre ed arrabbiate contese fra essi, che non si posson certo proporre per modello di letterarie dispute, ne venne ancora una lodevole emulazione di superar gli altri in ogni sorta di studj, e quindi quelle fatiche incredibili che sostenner non pochi nell1 insegnare insieme con tale impegno, che pareva non rimaner loro tempo a scriver de’ libri, e nello scrivere tanti libri, che più non avrebbon potuto , se si fossero in ciò solo occupati. Alla frequenza delle scuole, e al valore e all’impegno de’ professori, un altro mezzo si aggiunse in questo secolo assai opportuno a promuovere i buoni studj, e a stendere più oltre i confini delle umane cognizioni, cioè la accademie. Sotto (a) Delle scuole di Parma veggansi la Memorie dal P. AUn premesse al tomo primo de1 suoi Scrittori Parmigiani.