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120 LIBRO que1 privilegi che alle altrp più rinomate erano stati da’ suoi predecessori conceduti. Ma il senato veneto, perchè l’università di Padova non ne sentisse troppo notabile danno, volle che solo nella filosofia e nella medicina si potesse ivi conferire la laurea, e che quella della giurisprudenza e della teologia non si potesse ricevere fuorchè in Padova (Agostini, l. cit. p. 53) (a). (n) Anche la città di Udine nel Friuli, e prima di esser soggetta ai Veneziani, e dappoichè questi nel 1420 divenner signori di quella provincia, bramò di avere uno.Studio generale, come I' avea bramato e tentato nel secolo scorso, ma collo stesso poco felice riuscimento. Ottenne nondimeno che alcuni religiosi dell’Ordine de’ Predicatori e di quel de’ Minori, ai quali perciò il Pubblico passava qualche stipendio, leggessero ne’ lor conventi filosofia e teologia; anzi nel 1494 si ottenne che fosse ivi un pubblico professore delle Istituzioni civili, e tre occuparono quella cattedra negli ultimi annidi quel secolo, Jacopo Florio, Gianfrancesco di Sorolavacca e Andrea Belgrado; circa il qual tempo ancora fu ivi stabilito il collegio de’ giuriconsulti, di cui parla con tanta lode 1’A museo nella sua Orazione in lode del Cardinal Domenico Grimani patriarca. Assai maggiore fu ivi il numero dei professori di belle lettere, della scelta de’ quali si mostrò sempre quella città sommamente sollecita; e io potrei parlarne qui lungamente , se l’idea di quest' «pera mi permettesse di far uso di tutte l’esatte e minute notizie che in questo argomento mi ha comunicate l' altre volte lodato signor abate Domenico Ongaro. Ma poichè ciò non può conciliarsi col metodo da me tenuto , mi basterà f accennare che tra’ più celebri di questi professori furono Giovanni da Spilimbergo, di cui parla a lungo il Liruti (Notizie de’ Letter. del Friuli, t. 1 , p. 355, ec.) non però senza molti errori accuratamente rilevati dal suddetto scrittore, il quale ha accertate le diverse epoche,