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5of) T.1BR0 battaglia. Più importante è la questione, a qual tempo ei vivesse. Alcuni pensano ch’ei fiorisse a’ tempi di Adriano, e il raccolgono dall1 amicizia ch’egli ebbe col filosofo Favorino, di cui egli fa menzione in più luoghi. Ma egli è certo che Gellio nominando piu volte Adriano gli aggiugne il nome di Divo (l. 3, c. 20,- l. 11, c. 6)5 il che è sicuro argomento a conchiudere che quando egli scriveva, era già morto Adriano. Innoltre ei chiama col nome di consolare Erode Attico (il, cap. 1, ee.), e di Er»cio Claro dice (l. 13, c. 16) che fu due volte console. Or Erode Attico fu console l’anno 143 che era il sesto di Antonino, e Erucio Claro ebbe la seconda volta una tal dignità l’anno 146, nono dello stesso imperadore (V. Fast. Capitol.). Dunque dopo quel tempo scrisse certamente Gellio5 ed è verisimile che toccasse ancora il regno di Marco Aurelio, e potè (quindi nella sua gioventù aver conosciuto il filosofo Favorino. Ma un passo del medesimo Gellio ha posto in non leggero imbarazzo gli eruditi. In una disputa intorno le leggi delle XII tavole ch’egli riporta, seguita tra Favorino e Sesto Cecilio (l. 20, c. 1), questi così dice: trecentesimo namque anno post Romam conditam tabulae compositae seri piacque sunt A quo tempore ad hanc diem anni esse non longe minus septingenti videntur. Afferma egli dunque che dalla fondazion di Roma fino a quel tempo erano corsi poco meno di mille anni. Or egli è certo che a’ tempi dell’imperador Filippo soltanto si compierono i mille anni della fondazion di Roma, di che si fecero feste solenni l’anno