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GIACOMO LEOPARDI

          L’ira de’ Greci petti e la virtute.
          Ve’ cavalli supini e cavalieri;
          110Vedi intralciare ai vinti
          La fuga i carri e le tende cadute,
          E correr fra’ primieri
          Pallido e scapigliato esso tiranno;
          Ve’ come infusi e tinti
          115Del barbarico sangue i Greci eroi,
          Cagione ai Persi d’infinito affanno,
          A poco a poco vinti dalle piaghe,
          L’un sopra l’altro cade. Oh viva, oh viva!
          Beatissimi voi
          120Mentre nel mondo si favelli o scriva.
     Prima divelte, in mar precipitando,
          Spente nell’imo strideran le stelle,
          Che la memoria e il vostro
          Amor trascorra o scemi.
          125La vostra tomba è un’ara; e qua mostrando
          Verran le madri ai parvoli le belle
          Orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro,
          O benedetti, al suolo,
          E bacio questi sassi e queste zolle,
          130Che fien lodate e chiare eternamente
          Dall’uno all’altro polo.
          Deh foss’io pur con voi qui sotto, e molle
          Fosse del sangue mio quest’alma terra:
          Che se il fato è diverso, e non consente
          135Ch’io per la Grecia i moribondi lumi
          Chiuda prostrato in guerra,
          Così la vereconda
          Fama del vostro vate appo i futuri
          Possa, volendo i numi,
          140Tanto durar quanto la vostra duri.’


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