Pagina:Tempesta.djvu/97



Atto secondo, Scena seconda 81

di Xeres che i marinari avevano buttato in
mare: lo giuro per questa bottiglia che mi son
fabbricato con la scorza d’albero appena giunto
a terra.

                        Calibano.
                                     Ed io su questa
bottiglia giurerò d’esserti fido
suddito: che non è cosa terrena
il suo liquore.

                        Stefano.
Su via: raccontami come ti sei salvato.

                        Trinculo.
Nuotando come un’anitra, ragazzo mio. Io
posso nuotare come un’anitra: te l’ho giurato.

                        Stefano.
E allora, qua: bacia il vangelo.
Gli dà da bere.
Se bene tu possa nuotare come un’anitra, non
vuol dire che tu non sia fatto come un’oca.

                        Trinculo.
O Stefano, ce ne hai dell’altro?

                        Stefano.
Tutto il barile, ragazzo mio. La mia cantina
è in una grotta, sulla spiaggia del mare dove