Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/281


canto primo 275


41
     Sdegnato Giove a provveder s’accinse;
mandò l’onore e l’onestade in terra:
le dolcezze d’amor l’una restrinse,
e l’altro mosse a l’appetito guerra.
Così del gusto il puro fonte estinse
fuor ch’in questa del mondo unica terra,
che serba ancor de le dolcezze il fiore
come le distillò nascendo Amore.

41
     Voi fortunati a la beata sede
giunti a goder de le delizie antiche,
non affrettate oltre il suo corso il piede,
ch’a tempo volgeran le stelle amiche.
Come a l’estivo ardor l’autun succede
co’ frutti a ristorar l’altrui fatiche;
così frutti d’amor verran fra poco:
ma non si geli poscia il vostro foco.

42
     Primavera d’amore aura gentile
par che spirando ai dolci scherzi alletti:
passa de la stagione il vago aprile,
e s’infiamman d’arsura estiva i petti:
tempra l’autunno amor l’arco e ’l focile
co’ dolci frutti suoi, co’ suoi diletti:
ma non sì tosto poi sazio è il desio,
ch’un freddo verno amor caccia in oblio.

43
     Godete, amanti lieti e avventurati,
di primavera i fiori e la verdura:
soffrite de la state i caldi fiati,
ché piú gradita fia vostra ventura:
succederá l’autun co’ frutti amati;
ma non s’estingua poi la vostra arsura:
ch’in noi nato il desio diventa eterno,
nè state il cangia né lo spegne il verno. —