Pagina:Tassoni, Alessandro – La secchia rapita, 1930 – BEIC 1935398.djvu/249


dichiarazioni di g. salviani 243


S. 3, v. 4: Gli scrittori antichi mettono il Lavino fiume nel territorio di Modana. Ma Carlo Magno, nella divisione che fece de’ confini d’Italia, divise col Panaro i confini di Modana e di Bologna, perché in quel tempo Modana era distrutta e spopolata e Bologna populatissima. Succederono poi Federico Barbarossa e Federico secondo, i quali avendo i bolognesi per difidenti e per nemici tenevano un presidio a Modana, e non lasciavano goder loro quel territorio in pace per le ragioni antiche.

S. 4, v. 1: È castello su la strada maestra ne’ confini de’ bolognesi, oggidí aperto.

S. 15, v. 1: Furono veramente i parmegiani aspri nemici di Federico secondo. Veggansi l’istorie.

S. 21, v. 8: La I è una canzone triviale che si canta in Lombardia; e cominciando dalle chiome dice:

     Le belle chiome c’ha la mia Rossina,
Rossina bella fa la li le lá:
Viva l’amore e chi morir mi fa:

e cosí va seguendo.

S. 28, v. 1: Il testo prima diceva: «Uccise d’un gran taglio Angel Rasello». Et era un ritratto cavato dal naturale d’un personaggio ora morto, che quadrava a puntino.

S. 39, v. 1: Avendo i Ferraresi cacciato Aldobrandino da Este per l’alterigia sua, s’elessero per signor Salinguerra Torelli, o Garamonti com’altri vogliono. Ma poco dopo Salinguerra fu anch’egli cacciato, e fu restituito il dominio ad Azio da Este figliuolo d’Aldobrandino. Vogliono nondimeno alcuni speculativi che qui il poeta alluda alla cacciata di qualche altro signor piú moderno. Salinguerra, secondo l’istorie del Biondo, fu aiutato da Ezzelino tiranno di Padova ad acquistare il dominio di Ferrara, perché era suo cognato e gli Estensi erano suoi nemici.

S. 40, v. 3: Questo è un contrasegno del marchese Fontanella conte di San Donnino, che soleva far quell’atto.

S. 61, v. 7: La famiglia Canossa era fino a quel tempo molto nobile e gli storici dicono che Guido Canossa fu veramente capo del popolo reggiano in quella guerra, e che, trasportato dall’impeto del cavallo e ferito, s’affogò in una fossa.

S. 64, v. 1: Questa potrebbe esser giudicata da qualcheduno invenzione del poeta per ischernire i reggiani; e non è cosí;