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54 IL TORRISMONDO

Nè sprezzata, nè sola, nè deserta,
Nè odiosa, od abborrita vecchia.
E ’l numero de’ figli è caro; e basta,
Se l’un maschio è di lor, femmina è l’altra.
In tal numero appieno oggi s’adempie
La mia felicitade, o si rintegra,
Se divisa fu già. Felice madre,
Di prole fortunata, e lieto giorno,
Come ora io veggio i miei cresciuti al colmo
Di valor, di fortuna, e di bellezza.
Ma ecco il Re sen viene; un lume io veggio
Degli occhi miei, che d’ostro, e d’or risplende:
Mentre l’altro s’adorna in altra pompa.


SCENA SESTA

REGINA, TORRISMONDO

REGINA

Dopo molte ragioni, e molti preghi,
Si rende al voler nostro alfin Rosmonda;
Ma nor in guisa, che piacer dimostri.
Anzi io la vidi tra dolente e lieta
Sospirando partirsi; oh! pur congiunte
Sian nozze a nozze, ond’il piacer s’accresca,
E si doppin le feste, e i giochi e i balli.
Sia contenta (o ch’io spero) a vecchia madre
D’aver creduto, ed al fratello insieme.

TORRISMONDO

Non è saggio colui, ch’insieme accoppia
Vergine sì ritrosa e Re possente
Contra ’l piacer di lei; ma, s’io non erro,
Fora simil follia, condurre in caccia