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ATTO PRIMO | 31 |
CONSIGLIERO
Anzi principio,
E cagion fora di maggior tormento.
TORRISMONDO
Come viver debb’io? sposo d’Alvida,
O pur di lei privarmi? io ritenerla
Non posso, che non scopra insieme aperta
La debil fede; e s’io da me la parto,
Come l’anima mia restar può meco?
Il duol farà quel, che non fece il ferro.
Non è questo, non è fuggir la morte,
Ma scegliersi di lei più acerbo modo.
CONSIGLIERO
Non è duol così acerbo e così grave,
Che mitigato alfin non sia dal tempo,
Consolator degli animi dolenti,
Medicina, ed oblìo di tutti i mali.
Ma d’aspettare a voi nan si conviene
Comun rimedio, e ’l suo volgar conforto;
Ma dal valore interno, e da voi stesso
Prenderlo, e prevenir l’altrui consiglio.
TORRISMONDO
Tarda incontra al dolor sarà l’aita,
Se dee portarla il tempo; e debil fia,
Se dalla debil mia virtù l’attendo.
CONSIGLIERO
Virtù non è mai vinta; el tempo vola.
TORRISMONDO
Vola, quando egli è portator de’ mali,
Ma nel recare i beni è lento e zoppo.
CONSIGLIERO
Ei con giusta misura il volo spiega;
Ma nel moto inegual de’ nostri affetti