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Germano aveva già dichiarato alla nonna, in maniera categorica, di voler sposare Flora appena il conte Innocenzo fosse morto, ed ella sapeva bene che non avrebbe trovato la forza di resi stere alla volontà del nepote, pure disapprovan done acerbamente la scelta.

Flora era un grazioso gingillo, mentre la vec chia signora aveva bisogno in casa di una brava e robusta massaia che l'aiutasse a sostenere il pesò non lieve dell'azienda domestica. Oltre a ciò, tra Flora completamente sprovvista di ogni bene, figlia di un suicida e di una donna equi voca, e Balbina, benestante se non ricca, figlia di genitori rozzi, ma onesti, la preferenza non po teva esser dubbia, dato il carattere assennato e previdente della signora Rosetnberg, la quale con siderò, in cuor suo, l'avventura espostale dal Tebaldi come un aiuto a lei mandato dalla prov videnza.

Ma non lasciò trapelare il suo pensiero. Si alzò, uscì un istante dalla sala per far chiamare Ger mano e tornò al proprio posto, seria, grave, de cisa di far valere l'autorità sua, poiché la sorte le veniva in sostegno.

Giovanni aspettava, senza parlare, oramai sicuro della vittoria.

Pochi minuti trascorsero e Germano, che si preparava ad uscire, spinse con un colpo del piede il battente della porta ed entrò nella sala, por tando il fucile a tracolla.

Flock gli tenne dietro allegramente, ed il gio vane, essendosi'fermato presso la soglia, si fermò anche la bestia, scodinzolando per l'impazienza di scorrazzare attraverso ai campi.

— Mi hai fatto chiamare, nonna? — domandò