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sapete che produceste in me un’impressione stranissima, impossibile a definirsi?... voi mi rendeste in un attimo timido e scimunito; in verità, siete voi qualche cosa di soprannaturale, una visione, una larva, una creazione meravigliosa della mia fantasia, o una delle più adorabili figliuole della terra?

«— Io non sono che la figlia del medico del villaggio, l’interruppi sorridendo, e voi? se mi concedete di conoscerlo.

«— Io sono il duca Alessandro di Saint-Aubaine: riconoscete in me uno scapestrato di prima forza.

«Il duca di Saint-Aubaine: io non aveva mai conosciuto dei duchi che ne’ miei romanzi; quel linguaggio mi era inusitato, e la sua arditezza medesima mi conciliava in suo favore.

«Giungemmo tosto al crocicchio della via e udimmo un cicalio di voci poco lontano, e uno squittìo di cani che si approssimavano da varie direzioni a quel luogo.

«— Fermatevi, mi disse il duca, sonvi colà i miei compagni, che non posso assolutamente evitare per questa sera: non avvi altro sentiero che questo per recarvi alla vostra casa? — Havvene un altro, risposi io, ma perché mi fate questa domanda?

«— Egli è.... vi prego, mia cara.... come vi chiamate?

«— Anna.

«— Vi prego dunque, mia cara Anna, non lasciatevi scorgere dai miei compagni.... ve lo dirò, via, questo perchè: egli è che vi voglio bene e sono geloso.