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LIBRO DECIMOTERZO 7

An. di Roma DCCIX. Di Cristo 56.
Cons. Q. Volusio Saturnino e P. Cornelio Scipione.

An. di Roma DCCIX. Di Cristo S7.
C. Nerone Claudio Cesare II e L. Calpurnio Pisone.

An. di Roma DCCXI. di Cristo 58.
C. Nerone Claudio Cesare III e Valerio Messala.

I. Il primo ucciso nel nuovo principato fu Giunio Silano, viceconsolo in Asia, senza saputa di Nerone, per fraude d'Agrippina: non per paura di troppo terribile, anzi era pigro j e spregiato dagli altri Intperadori, onde C. Cesare il chiamava bue d^ oro ^ ma perchè ella j che tramò la morte di L. Silano suo fratello ^ ne temeva vendetta j vociferando il popolo, che a Nerone uscito a pena di pupillo, e fatto tristamente Imperadore, si doveva anteporre Silano d’età grave, netto, nobile, e quello a che si guardava allora, del sangue de^ Cesari; cioè bisnipote dV Augusto. Ciò fu la morte sua; i ministri, P. Celere cavaliere romano j ed Elio liberto, procuratori del principe in Asia, i quali l'avvelenarono a mensa, che se n'accorse ognuno. Non men tosto Narciso liberto di Claudio, delle cui male parole con Agrippina dissi di sopra, fu fatto morire in carcere asprissima di stento estremo j contro al voler del principe ^ avaro e prodigo, non meno di lui ^ ma non ancora scoperto; però molto gli andava a sangue.

II. E moriva di molta gente, se Afranio Burro e Anneo Seneca, non rimediavano. Questi il giovane Imperadore governavano uniti, di potenza