Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/386

parte di loro noi conoscendo, perchè eran tutti C&rtagmesi d' aiuto e Mori. Avvenutisi vicino alla camera ad uno schiavo, il domandano, chi è, e dove è Pisene. Egli con onorata menzogna disse : » Eccomi ; » e fu morto ; come altresì Pisone poco appresso, conosciuto da Bel.io Massa, uno de' procuratori d'Affrica , peste fin' allora di tutti i migliori; e sarà spesso tra le cagioni de' nostri mali. Festo, da Adrumeto, dove attendeva l'effetto, n'andò alla legione , e fece pigliar Cetronio Pisauo Maestro del campo, per odio privato; ma lo diceva cagnotto di Pisone : e alcuni soldati e Centurioni punì, altri ne premiò , niuno per merito, ma per parere d'aver sopito una guerra.

L. Di poi acconciò le differenze tra gli Ofensi e Lettitani, che da piccoli rubacchiamenti di biade e bestiami tra' contadini eran venuti all' arme e battaglie. Il popola Ofinse, infeiior di numero, chiamò i Garamanti, gente indomita e avvezza a rubare tutto dì i vicini- onde i Lettitani ebber che fare: guasto il paese, si serrarono entro le mura: vennero e fanti e cavalli , e cacciarono i Garamanti ; e si riebbe la preda , da quella in fuori che fu venduta per le capanne e catapecchie lontane.

LI. Dopo la vittoria di Cremona e l' altre buone nuove per- tutto, molti d' ogni grado, messisi eoa pari ardire e fortuna a navigar di verno, portarono la morte di V itell io a Vespasiano. Eranv i gli ambasciadori del Re Vologese e gli offersero quarantamila cavalli Parti. Lieta e onorevol cosa gli fu l’ offerta di tanti aiuti, e non averne bisogno. Lo ringraziò y e disse, che mandasse ambasciadori al Senato e sapesse il tutto esser quieto. Vespasiano, tutto inteso