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ancora la guerra civile, non avessero doppio cuore. Mandano in Brettagna e Spagna corrieri e nuove del seguito in Gallia, come Eduo, Giulio Caleno Tribuno: in Germania, come Treviro, Alpino Montano Prefetto d' una coorte, quasi a mostra, perchè ambi furono Vitelliani. Chiusero con le guardie i passi dell'Alpi per sospetto che la Germania non s'armasse per Vitellio.

XXXVI. Il quale, avendo spediti alla guerra Cecina e poco appresso Fabio Valente, cacciava i pensieri col far buon tempo; non a proveder armi, non, a esercitare e ammonir soldati, e farsi a tutti vedere, ma sotto F ombre di bei giardini, alla guisa dì pigri animali, che quando il ventre è pieno, poltriscono, s'era dimenticato ogni cosa passata, presente e avvenire; standosi nel bosco della Riccia a marcir «F ozio, lo colsero le novelle, che Lucilio Basso F avea tradito, e fattoli ribellare F armata di Ravenna ; . e poco appi esso un dolor mescolato con allegrezza: che altresì Cecina l' avea tradito e l'esercito incatenatolo. Per F allegrezza il disensato non sentì la picchiata. Torna in Roma baldanzoso, e in pieno

/ parlamento n'esalta l'amor de'soldati. Fa legar P. Sabino Prefetto de' Pretoriani per esser amico di Cecina ; sostituisce Alfeno Varo.

XXXVII. Fece poi pomposa diceria in senato: e da' Padri fu messo in cielo con finissime adulazioni. Contro a Cecina, prima L. Vitellio disse atroce parere; gli altri, che un Consolo avesse tradito la repubblica, un Capitano lo Imperadore, un tanto arricchito e onorato l'amico, facevano gli sdegnati, dolendosi del danno non di Vitellio, ma loro. Dei Capi Flaviani non dissero parola offensiva: gli eserciti