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fra folti arbuscelli la tredicesima. Così erano ordinate l'aquile e le insegne : i soldati rinfusi accaso per la notte : il vessillo de' Pretoriani allato alla terza : le fanterie d' aiuto ne' corni : i fianchi e le spalle cinse la cavalleria : Sido e Italico Svevi , col fiore di lor gente , stavano nella prima battaglia.

XXII. Ma l' esercito di Vitellio , che doveva di ragione riposare in Cremona , e, riprese per cibo e sonno le forze, il dì di poi rompere e disfare il nimico , morto di freddo e fame, all' ora terza di notte , privo di Capo e consiglio , si spinse ne' Flaviani disposti e pronti. Qual fosse l’ ordine disordinato per la notte e per l'ira, non affermerei; altri pongono la legion quarta Macedonica nel corno a loro destro : la quinta e quindicesima , con le compagnie di Brettagna della nona . seconda e ventesima, nella batta* glia: la sedicesima, ventiduesima e prima nel sinistro. Quei della Rapace e dell' Italica essersi mescolati per tutto. I cavalli e gli aiuti si posero dove e'vollero. Fu il combattere di quella notte vario, dubbio, atroce: ora a questi, ora a quelli infelice ; cuore , mani, occhi, nulla valieno. Erano l'armi medesime : da ogni banda noto il nome per tanto chiederlo: frotte di Soldati qua e là strascicavano le insegne mescolate. Era forte caricata la legion settima scritta da Galba; toltole alcune insegne; uccisole sei Centurioni di prime file : Attilio Vero , uno di essi, salvò l' aquila con molta strage di nimici, e al fin sua.

XXIII. Antonio sostenne i suoi , che piegavano, chiamando i Pretoriani ; i quali, presa la pugna ? caricarono i nimici: poi furon piegati, avendo i Vitelliani piantati i mangani in su l'argine della via, che tiravano all' aperto, dove prima si perdevano i